La parola al nutrizionista

Allergia o intolleranza alimentare?

Sempre più spesso si sente parlare di allergie e intolleranze alimentari, ma attorno a questi due termini c’è ancora molta confusione.

Spesso infatti si tende a considerare queste due parole come sinonimi, mentre in realtà sono due patologie ben distinte, confuse, probabilmente, a causa di alcuni sintomi comuni.
Cerchiamo allora di fare un po’ di chiarezza.

L'allergia alimentare è una rapida ed esagerata reazione patologica del sistema immunitario nei confronti di un alimento ingerito. Nell’ allergia alimentare la sintomatologia è mediata immunologicamente, si scatena entro pochi minuti dall'assunzione di un determinato alimento o gruppo di alimenti (da 2-3' a 30-120') a volte anche in modo violento; i sintomi sono provocati dall'assunzione anche di piccole quantità dell'alimento responsabile.

Nell’intolleranza alimentare la sintomatologia è legata alla quantità dell'alimento assunto e determinata da particolari molecole presenti negli alimenti oppure da disfunzioni dell'apparato digerente (deficit enzimatici). I sintomi spesso sono sovrapponibili a quelli dell'allergia, ma se ne differenziano perché non coinvolgono il sistema immunitario ed hanno comparsa tardiva, a volte anche dopo alcuni giorni dall'assunzione. Ne sono esempi l'intolleranza al lattosio ed il favismo.

Esistono poi anche delle reazioni pseudoallergiche che hanno tutte le caratteristiche delle allergie fuorché il coinvolgimento del sistema immunitario. Sono causate da alimenti di per sé ricchi di tirammina o di istamina, o capaci di stimolare il rilascio di istamina da parte dell'organismo. L'intolleranza alle fragole appartiene alla categoria delle reazioni pseudoallergiche, perché questo alimento, similmente ai pomodori ed ai crostacei, stimola il rilascio di istamina. Una volta ingeriti, questi cibi, pur essendo privi di potere allergizzante, possono mimare una reazione allergica dal punto di vista sintomatologico, senza tuttavia pericoli concreti per la salute dell'individuo (che sono invece tipici di un'allergia alimentare vera e propria).

Le allergie alimentari sono fortemente correlate alle abitudini alimentari della popolazione locale. Questo perché tanto maggiore è il consumo di un alimento e tanto superiore è la probabilità che ci si possa sensibilizzare ad esso. L'allergia al riso, per esempio, è praticamente sconosciuta in Italia ed in Europa, mentre è molto frequente nei Paesi asiatici, dove l'alimentazione è quasi esclusivamente basata sul consumo di questo cereale.

La ragione per cui alcune persone sviluppano allergie non è conosciuta; si sa per certo che le allergie possono essere ereditarie, che possono comparire in un qualsiasi momento della vita di una persone e che possono trasformarsi, evolvendo anche in allergie crociate. Ciò significa che chi è allergico ai pollini o agli acari della polvere ha spesso anche dei problemi con alcuni alimenti, il cui consumo può provocare prurito, tumefazione e comparsa di vescicole sulla mucosa orale ma in alcuni soggetti anche raffreddore, congiuntivite, asma e reazioni cutanee come l'orticaria.

Le allergie alimentari, oltre a condizionare negativamente la vita delle persone che ne soffrono, rappresentano un pericolo per la loro salute. Queste sono infatti in grado di provocare sintomatologie più o meno gravi, che possono andare da manifestazioni cutanee, disturbi dell’apparato gastroenterico fino a shock anafilattici capaci di mettere a repentaglio la vita del soggetto interessato. Dal momento che la dose di componenti alimentari necessaria per determinare reazioni indesiderate può essere estremamente bassa, spesso l’unico rimedio possibile per soggetti ipersensibili consiste nell’escludere totalmente taluni alimenti o componenti di essi dalla loro dieta.

 


Pubblicato il 08 marzo 2016