La parola al nutrizionista

Caffè: perchè è una sana abitudine?

Quello del caffè è un rito irrinunciabile per gli italiani. A casa o al bar, ristretto, lungo, macchiato, corretto, decaffeinato, freddo: comunque lo si prenda, il caffè è un’abitudine che scandisce le giornate di tutti noi.

Lo sorseggiamo per darci una marcia in più durante il giorno, per fare una pausa con i colleghi al lavoro, o per il semplice piacere di fare due chiacchere con gli amici. Ma il caffè non è solo buono, ha anche effetti benefici sul nostro organismo.

Fra gli effetti più noti del caffè vi è la sua capacità di stimolare la vigilanza, ovvero la capacità di mantenere costante l'attenzione; questa azione è dovuta alla presenza della caffeina, una sostanza “nervina” (simile ad altre notoriamente eccitanti quali la teofillina e la teobromina contenute nel tè), che, agendo sui centri nervosi, produce una piacevole sensazione di benessere.  Ma il caffè contiene anche molte altre sostanze che hanno effetto sull’organismo e pochi sanno quanto il caffè possa far bene alla nostra salute.

L’acido caffeico, altro componente importante nella stimolazione neurologica insieme alla caffeina, è stato ampiamente sfruttato in alcuni “vecchi” prodotti farmacologici per ridurre la gravità degli attacchi di emicrania e delle cefalee in genere, in virtù delle sue spiccate proprietà vasocostrittrici.  Gli effetti stimolanti del caffè determinano un aumento dell’espansione polmonare (utile negli asmatici), ma anche un aumento della diuresi grazie alla dilatazione delle arterie renali.

Il caffè bevuto a fine pasto facilita la digestione: la caffeina, infatti, da una parte stimola la secrezione dei succhi gastrici (per questa stessa ragione è bene evitare il caffè a stomaco vuoto o se si soffre di gastrite), dall’altra la contrazione della cistifellea e la produzione di bile; inoltre ottimizza le funzioni intestinali coadiuvandone i movimenti con una evidente azione anti-stitichezza.

Infine, il caffè è ricco di antiossidanti naturali: gli acidi clorogenici. Sebbene i vari processi di lavorazione ne diminuiscano notevolmente la presenza, le quantità residue sono comunque di tutto rispetto: in 100 ml di caffè sono presenti circa 250 mg di acidi clorogenici.  In seguito a diverse analisi si è constatato che, grazie alla presenza di questi antiossidanti, le persone che bevono caffè hanno una maggiore protezione verso alcune patologie come il diabete di tipo 2 ed il morbo di Parkinson; inoltre si è rilevato un rallentamento del naturale declino cerebrale nelle persone anziane e, in situazioni di assunzione moderata, nessun effetto sfavorevole sul rischio cardiovascolare. Questi dati sono stati presentati dalla NFI, Nutrition Foundation of Italy, in occasione di un convegno tenutosi a Milano (Aprile 2008), durante il quale sono stati esposti i più recenti studi scientifici internazionali che hanno esaminato gli effetti sulla salute dell'uomo derivanti dal consumo di caffè.

 


Pubblicato il 12 ottobre 2016