La parola al nutrizionista

Il chicco di Giove: il cachi

Questi frutti grazie al loro colore che va dal giallo al rosso scuro donano uno spettacolo unico quando, dopo la caduta delle foglie, pendono dai rami come festoni Natalizi. Ma oltre ad essere uno spettacolo della natura sono anche dei frutti molto gustosi, scopriamoli assieme.

Il cachi, o kaki orientale, era il frutto maggiormente coltivato in Oriente fino al ventesimo secolo , quando le mele divennero popolari. Il nome botanico del genere, Diospyros, significa “cibo degli dei” e viene tradotto poeticamente come “chicco di Giove”.

 

In Europa l’interesse per i cachi come piante da frutto iniziò intorno al 1860, prima in Francia e poi in Italia, dove attualmente sono coltivate sia al nord che al sud. Le varietà di kaki si distinguono in due categorie generali: quelle che producono frutti astringenti (non eduli alla raccolta) e quelle che producono frutti non astringenti (eduli alla raccolta). Questi ultimi hanno una polpa croccante, sono detti anche cachi mela o cachi vaniglia e sono molto pratici da mangiare perché basta tagliarli a spicchi proprio come una mela.

 

Mangiare un cachi perfettamente maturo è una piacevole esperienza gustativa, mentre è orribile mangiarne uno acerbo a causa della sua astringenza dovuta all’elevato contenuto di tannini. I frutti maturi, in entrambe le specie, hanno una tessitura morbida, liscia e simile alla gelatina, una dolcezza simile al miele ed un gusto simile all’albicocca, ma con una punta di speziato.

 

E’ importante ricordare che i cachi sono dei frutti piuttosto energetici in quanto apportano circa 70 calorie per 100 grammi; sono ricchi di betacarotene e di potassio ed inoltre hanno proprietà lassative e diuretiche.

 

Grazie al loro sapore zuccherino i cachi si prestano bene sia per la preparazione di confetture sia per moltissime ricette in cucina: per esempio i cachi sott’olio, il risotto di cachi e asparagi, l’insalata di cachi e melograno con rucola e noci.

 


Pubblicato il 01 novembre 2016