La parola al nutrizionista

L’arnica la pianta degli dei

Chiamata volgarmente “china dei poveri” o “tabacco di montagna”, dall’uso delle sue foglie essiccate per produrre un tabacco economico da fiuto o da pipa, le caratteristiche di questa pianta per lungo tempo furono apprezzate unicamente dalle popolazioni di montagna che la consideravano il rimedio per eccellenza per traumi e fratture.

L’arnica, nota fin dall’antichità, viene celebrata nei versi di Goethe che proprio grazie a una tazza del suo decotto riuscì a riprendersi dall’ennesimo attacco di angina pectoris. Pianta erbacea perenne, venne denominata dai tedeschi “wolfsgelegena“ e perfino definita un potente afrodisiaco: essa si può trovare massicciamente in tutta Europa, in Russia meridionale e nel Nord America. Legate all’Arnica ci sono infinite leggende: questa pianta, secondo la tradizione mitteleuropea, era dedicata alla dea Freya ed era uno degli elementi essenziali nei rituali amorosi del solstizio d’estate. Durante i temporali era uso bruciarla, in quanto si credeva avesse dei poteri magici in grado di influenzare il tempo atmosferico.

 

Solita crescere in zone isolate di montagna, le sue prime notizie risalgono al XV secolo: il suo nome sembrerebbe derivare dal greco ptarmikos e significare “starnuto” poiché il pungente odore dell’Arnica porta proprio a starnutire. Chiamata volgarmente “china dei poveri” o “tabacco di montagna”, dall’uso delle sue foglie essiccate per produrre un tabacco economico da fiuto o da pipa, le caratteristiche di questa pianta per lungo tempo furono apprezzate unicamente dalle popolazioni di montagna che la consideravano il rimedio per eccellenza per traumi e fratture.

 

L’arnica appartiene alla famiglia delle Asteraceae (Composite) e assume differenti nomi a seconda delle regioni in cui si trova: è una pianta erbacea perenne, alta 20-70 cm, di odore sgradevole. Possiede uno o due paia di foglie vellutate e ghiandolose verde pallido, ha fiori gialli dai petali “spettinati” che ricordano margherite  e che si sviluppano nel periodo compreso tra giugno ed agosto. Essendo una specie rara e protetta e quindi non coltivabile, cresce nei prati delle zone montane ed alpine: è una pianta abbastanza insofferente al calore e per questo difficilmente la si vedrà fiorire sui terrazzi o nel giardino di qualche appartamento in città.  Ama i prati umidi di montagna, i pascoli e le brughiere alte.

 

Date le sue numerose proprietà benefiche, l’arnica è una delle erbe più utilizzate in erboristeria e fisioterapia: è infatti nota fin dall’antichità come pianta vulneraria, calmante, revulsiva e analgesica. Il suo potere benefico è tale che la pianta può essere considerata una sorta di antibiotico naturale. I suoi componenti contribuiscono a ridurre notevolmente gonfiore e dolore, la rigidità muscolare e a migliorare i movimenti articolari dei soggetti con osteoartrosi, mentre il gel di arnica applicato o frizionato in alcune zone può essere un valido rimedio in caso di lividi ed ematomi. L’uso principale è, però, il trattamento d'infiammazioni, ematomi e traumi, possibile grazie alle proprietà che derivano dai lattoni sesquiterpenici in essa contenuti.

 

Ma la pianta degli dei non si limita a questo: la medicina popolare la usa come rimedio contro numerosi disturbi, dalle infiammazioni di bocca e gola alle punture di insetti, dall’acne e ed eruzioni cutanee ai più disparati altri problemi. In particolare, per ottenere una pomata contro la formazione dei foruncoli si può mescolare un cucchiaio di tintura con due cucchiai di miele. L’uso principale dell’arnica è esterno, sulla pelle integra sotto forma di pomate, creme o gel, ma può essere usata sotto forma di infuso, preparato con un cucchiaino dei suoi fiori in acqua calda o con un cucchiaio di tintura madre in mezzo litro di acqua, per risciacqui alla bocca o gargarismi.  Non ci sono particolari controindicazioni per l’uso esterno dell’arnica, è considerata infatti un rimedio sicuro, almeno fino a che viene applicata sulla pelle per brevi periodi di tempo, nonostante nei soggetti sensibili possa causare dermatite da contatto. L'uso topico di arnica in gravidanza e durante l'allattamento così come il suo uso interno è sconsigliato poiché l'ingestione può causare intossicazioni gravi con vomito, diarrea, mal di testa, problemi respiratori. State attenti, poi, quando acquistate i fiori: bisogna sempre controllare che al loro interno non ci siano le larve della mosca dell'arnica.

 

Nonostante l’arnica non trovi impiego in cucina, è possibile trovarla nell'industria alimentare, che la utilizza per conferire aroma a bevande, dessert freddi a base di latticini, dolciumi, gelatine e prodotti da forno. L'olio di arnica trova invece impiego in ambito cosmetico, dove viene utilizzato come ingrediente sia nella produzione di profumi che in quella di cosmetici vari, tonici per capelli e preparazioni anti-forfora. Una curiosità: l’arnica è un ingrediente tipico di molti amari.


Pubblicato il 24 agosto 2022