La parola al nutrizionista

Le Lenticchie: non solo a Capodanno

Le consumiamo solo durante il cenone di San Silvestro e poi ci dimentichiamo della loro esistenza per tutto il resto dell’anno, in realtà, sarebbe buona regola, mangiare le lenticchie almeno una volta a settimana visto il loro elevato valore nutritivo.

La lenticchia (Lens culinaris) appartiene alla famiglia delle  Leguminose ed è una pianta  alta dai 20 ai 70 cm, con steli dritti e ramificati. I fiori sono bianchi con sfumature rosa e celesti e sbocciano tra maggio e luglio: i frutti  sono dei baccelli appiattiti e corti che contengono coppie di semi commestibili, ricchi di proteine e di ferro, il cui colore varia da verde chiaro, giallo e rosa a verde più scuro, marrone e viola.

 

Le lenticchie hanno un elevato valore nutritivo ed energetico, sono ricche di fibre, sali minerali e vitamine e contengono proteine, carboidrati, fosforo, ferro e vitamina B. Scarsa è invece la quantità di grassi  e per questo sono indicate per la prevenzione dell’arteriosclerosi. Sono utili per il funzionamento dell’apparato intestinale e per tener sotto controllo il livello di colesterolo, hanno proprietà antiossidanti che agiscono sugli inquinanti del nostro corpo, migliorano i processi di memorizzazione ed hanno un’azione antidepressiva. Sono indicate per coloro che hanno carenza di ferro e sono perfette in caso di anemia, esaurimento fisico e per compensare eventuali mancanze di potassio e fosforo.

 

Alcuni studi condotti su reperti fossili hanno dimostrato che le lenticchie sono il legume più antico coltivato dall’uomo. Le prime tracce della loro esistenza risalgono addirittura al 7000 a.C, epoca in cui già risultano coltivazioni, specialmente in Asia e soprattutto nella regione che oggi corrisponde alla Siria e da questa zona si diffusero facilmente in tutto il Mediterraneo. Sulle tavole degli antichi romani e greci le lenticchie non mancavano mai, anche se venivano utilizzate principalmente dalle classi più povere, in virtù del loro elevato valore nutritivo. In particolar modo, essendo un alimento facilmente reperibile e poco costoso, specialmente nel Medioevo e in periodi di forti carestie quando il cibo scarseggiava, questo piatto sostituiva facilmente un pasto completo.

 

In cucina le lenticchie sono usate soprattutto in zuppe, creme e minestre o come accompagnamento ideale per zampone e cotechino. Ma in realtà le lenticchie sono un legume molto versatile e possono essere gustate anche per insalate, torte salate e molto altro, grazie alla loro piacevole corposità ed al loro gusto delicato.

 

In Italia è tradizione mangiarle durante la cena dell’ultimo dell’anno come buon auspicio  per garantirsi un futuro prospero. Questa credenza affonda le sue radici in epoca romana quando, all’inizio del nuovo anno, era consuetudine regalare la “scarsella”, ovvero una borsa di cuoio da legare alla cintura che conteneva lenticchie. A quei tempi le lenticchie erano considerate una vera ricchezza per chi non aveva soldi sufficienti per comprare la carne e la scarsella poteva assicurare una riserva di cibo importante e prezioso durante il freddo inverno. Inoltre, per la loro somiglianza alle monete, regalare lenticchie simboleggiava l’augurio di un nuovo anno ricco di guadagni, di prosperità e di salute.

 


Pubblicato il 12 dicembre 2019