La parola al nutrizionista

Lettura: la palestra del cervello

Amanti della lettura è il vostro momento! Siete tra quelle persone che ogni sera prima di dormire amano farsi "un viaggetto" tra le pagine di un buon libro? Benissimo sappiate che il vostro cervello ha sicuramente tratto molti benefici da questa vostra bella abitudine.

Leggere, infatti, fa bene non solo perché rende più intelligenti, ma anche perché la lettura riduce il rischio di declino cognitivo e di perdita della memoria.

Purtroppo in Italia sono poche le persone che hanno questa buona abitudine. Secondo i dati dell’ISTAT, i lettori italiani sono solo il 38% sul totale della popolazione di età superiore ai 14 anni, ma solo il 10% si possono definire "abituali", ovvero leggono più di dodici libri all’anno. Probabilmente il restante 62% degli italiani si pone quella domanda che tutti in prima elementare, mentre faticosamente imparavamo a leggere e scrivere, ci siamo posti almeno una volta: perché leggere?

Se lo sono chiesti anche i neurobiologi dell’università di Stanford, che hanno studiato gli effetti della lettura di un romanzo sull’attività cerebrale di alcuni studenti. Dalla ricerca è emerso che, nonostante i lettori la percepiscano come un’attività rilassante e rigenerante, la lettura stimola un’area del cervello attivata dalle funzioni di esecuzione, ovvero da quelle attività che richiedono concentrazione.
Inoltre, se per evitare che il fisico ceda esistono corsa e palestra e la bacchetta magica del chirurgo, per tenere allenato il cervello non c'è niente di meglio di qualche buon libro.

L'abitudine a sfidare il cervello con attività stimolanti allontana infatti l'insorgere del declino cognitivo. L’hanno dimostrato un gruppo di ricercatori del Rush University Medical Center di Chicago, che hanno monitorato, attraverso una serie di test, le attività di pensiero e memoria di 294 volontari in età avanzata, che sono stati seguiti per sei anni, attraverso questionari circa le loro abitudini di lettura nel corso della vita. Dopo la loro morte, gli scienziati hanno esaminato i loro cervelli per identificare eventuali segni di demenza, purtroppo comuni in età avanzata, che possono causare deficit di memoria. I soggetti che erano più avvezzi alle attività intellettive hanno mostrato un tasso di declino cognitivo più lento del 15% rispetto a chi era meno abituato a leggere e scrivere.

In particolare, continuare a leggere anche in tarda età ridurrebbe il peggioramento della memoria del 32%, chi invece smette (o quasi) di leggere con gli anni rischierebbe un declino della memoria più rapido del 48%. Se tuttavia, a vent’anni, quando crediamo di avere il mondo in tasca, l’idea che il nostro cervello possa andare incontro ad una brutta fine è troppo lontana per far si che ce ne si preoccupi, allora è bene ricordarsi che “Leggendo, calati nella logosfera del testo, ci si può persino sentire, a occhi aperti, immersi in un sogno più vivo e più vero della realtà circostante.” (Ezio Raimondi)

 


Pubblicato il 04 maggio 2016