La parola al nutrizionista

Punture di api, vespe e calabroni...che fare?

L’estate è arrivata ed è quindi tempo di mare, sole, di giornate all’aria aperta e di scampagnate in compagnia, ma purtroppo è anche tempo di fare i conti con le punture di insetti. Eh si api, vespe, calabroni e pappataci sono pronti a darci il tormento con le loro punture; è giusto allora sapere come agire se malauguratamente veniamo punzecchiati.

La prima domanda che dobbiamo farci è perché gli insetti ci pungono? Diversi sono i motivi e dipendono dal tipo di insetto. Nel caso di tafani, zanzare, zecche e pulci, che sono insetti ematofagi, la puntura, che di solito non è dolorosa, avviene mediante il loro apparato boccale pungente-succhiante ed ha lo scopo di forare la pelle per nutrirsi del sangue che trovano nei capillari più superficiali.  Diverso è il caso delle punture di imenotteri, ovvero api, vespe e calabroni, i quali pungono solo per difesa mediante dei pungiglioni posti all’estremità distale dell’addome. Per quanto riguarda le api esse non sono particolarmente aggressive e pungono solamente se si sentono minacciate,  se l’alveare viene disturbato o se si interferisce con le loro traiettorie di volo.

 

Al contrario delle api le vespe sono decisamente aggressive e possono diventare particolarmente fastidiose durante picnic e barbecue perché, attratte da carne, frutta e dolci,  si avvicinano al nostro cibo o alle nostre bevande mentre mangiamo all’aperto. Scacciarle bruscamente con la mano è un ottimo sistema per farsi infliggere una puntura, anche perché le vespe non hanno bisogno di pensarci due volte per attaccare: tutte le femmine dei vespidi, infatti, sono dotate di un pungiglione liscio con cui possono infliggere punture ripetute.

 

Il calabrone è la più grande delle vespe europee e nordamericane; è un insetto prevalentemente carnivoro, predatore di altri insetti tra cui diverse altre specie di vespe e di api, ma non disdegna la polpa della frutta e i nettari zuccherini e ciò contribuisce a spiegare la sua sgradita diffusione in aree agricole. Nei confronti dell'uomo di solito è tendenzialmente indifferente e di solito si allontana ma, come le api, può  diventare molto aggressivo se messo alle strette o, in vicinanza del nido. Gli individui di genere femminile sono dotati di pungiglione e le loro punture possono essere molto dolorose per gli esseri umani e per giunta liberano feromoni che informano dell'attacco in corso gli eventuali altri calabroni in zona, talvolta provocandone l'intervento in gruppo.

 

Dal momento che le punture di imenotteri non sono mai piacevoli, la prima cosa da fare è cercare di evitare di essere punti:

- verificare periodicamente che la casa dove si vive siano privi di nidi di insetti pungitori;

- se si avvicina un’ape, una vespa o un calabrone evitare sempre movimenti bruschi con le mani o urla, meglio allontanarsi lentamente;

- non utilizzare profumi, shampoo e lacche dal profumo intenso;

- non indossare abiti e borse con fantasie floreali vivaci e colorate che possono attrarre gli insetti;

- evitare di camminare a piedi nudi nei prati;

- stare alla larga dagli orti o da qualsiasi albero da frutto e persino dai bidoni della spazzatura aperti, dove api e vespe possono aggirarsi  alla ricerca di cibo;

-stare attenti a lattine o bottiglie lasciate aperte che possono attirare gli insetti al loro interno.

- se si viaggia in macchina tenere i finestrini chiusi;

- se si  praticano sport all’aria aperta è bene ricordare che il sudore e l’anidride carbonica prodotta attirano gli Imenotteri.

Ma se, nonostante le precauzioni, si viene punti il problema è distinguere tra reazioni non allergiche e allergiche al veleno iniettato. La reazione non allergica comporta gonfiore (che può aumentare nelle 24 ore seguenti alla puntura), bruciore intenso, prurito e dolore; in questi casi, dopo aver disinfettato la zona colpita è utile applicare del ghiaccio o immergere la zona nell’acqua fredda per anestetizzare la parte dolente e per rallentare l’assorbimento del veleno; successivamente può essere applicata una crema al cortisone o antistaminica, o dei rimedi naturali a base di erbe con azione antiinfiammatoria, quali aloe e calendula.

 

La reazione allergica comporta  sintomi tipici ma generalizzati su un’area più vasta (tipo orticaria), difficoltà a respirare, dolore al petto, riduzione della pressione arteriosa. Chi ha un’allergia accertata alla puntura di vespe, api e calabroni, deve sempre avere con sé farmaci antistaminici o un preparato monouso a base di adrenalina da autosomministrarsi in caso di necessità. Se possibile è sempre meglio recarsi al Pronto Soccorso, la qual cosa è consigliabile anche ai soggetti non allergici qualora la puntura sia all’interno di bocca, naso o occhi o se si è stati assaliti da uno sciame, riportando decine di punture.

 


Pubblicato il 01 giugno 2019