La parola al nutrizionista

Superfoods: faccimo un po' di chiarezza

I superfoods sono alimenti che hanno un contenuto di nutrienti superiore alla media dei cibi comuni, in particolare sono ricchi di vitamine, minerali, fibre, enzimi, sali minerali, antiossidanti o altri fitonutrienti

Si tratta soprattutto di frutta, verdure, spezie e semi che contengono principi attivi particolarmente interessanti per la salute che, se opportunamente integrati nella nostra dieta, si rivelano utili per il nostro organismo. Dopo il boom delle bacche di goji provenienti dalle pendici dell’Himalaya la lista di questi alimenti si è allungata ed è in continua evoluzione, grazie ad un crescente interesse pubblico sull’alimentazione e sulla salute in particolare negli ultimi anni, nei quali si fa sempre più attenzione a ciò che si porta in tavola.

 

In realtà, dietro al concetto di “superfood” ci sono spesso leggende metropolitane e in qualche caso le vantate qualità speciali non sono supportate da adeguati studi scientifici, in altri casi, anche quando sono loro riconosciute importanti proprietà nutrizionali, queste sono spesso comuni a molti altri prodotti più economici e popolari (o meno modaioli). Ne è un esempio la quinoa, una pianta che ha una stretta parentela con spinaci e barbabietole (Chenopodiaceae) e che è alla base dell’alimentazione delle popolazioni andine. I suoi semi vengono macinati fino a ottenere una farina  ricca di amido, comparabile a quella dei cereali (spesso viene definita un cereale anche la quinoa). Non contiene glutine, buona notizia per i celiaci, ha un’alta concentrazione di proteine e contiene anche acidi grassi in prevalenza insaturi. Non è comunque in assoluto migliore di altri cereali e ha un apporto calorico piuttosto marcato.

 

Altro esempio ci viene  dal cavolo riccio che appartiene alla stessa famiglia dei broccoli, dei cavoli, dei cavoletti di Bruxelles e del cavolfiore. Tra i motivi di vanto, il cavolo riccio sembra avere una grande dote di glucosinati, composti glucosidici che, nell'intestino, rilasciano glucosio e isotiocianati, stimolando enzimi dall'effetto anti-cancerogeno. Ma da questo punto di vista il cavolo riccio non è migliore dei suoi parenti stretti, anzi: contiene infatti 100 mg di glucosinati per 100 grammi di prodotto, mentre i cavoletti di Bruxelles arrivano a 236 mg.

 

Camu camu, Lucuma, bacche di maqui, bacche di açai o ancora pitaya, noni, aronia, Ulu, Moringo: tutti frutti esotici che sicuramente fanno bene e sono ricchi di sostanze nutritive e benefiche, ma non per questo e non necessariamente sono più salutari di altra frutta meno esotica e più quotidiana che da sempre si mette in tavola: mirtilli soprattutto, ma anche kiwi, agrumi, uva nera.

 

Per non parlare poi di prodotti di uso comune  quali l’olio extra vergine di oliva, l’aglio, il peperoncino e le noci, tutti alimenti tipici della dieta mediterranea che non hanno niente da invidiare all’alga spirulina o alla polvere di maca.

 

La parola “superfood” è dunque più che altro un prodotto del marketing,  e mentre può essere utilizzata senza particolari limitazioni negli Stati Uniti,  nell’Unione Europea questo termine è consentito solamente se ci sono prove scientifiche chiare sui benefici del prodotto messo in vendita. Questa distinzione si è resa necessaria per evitare che alcuni “superfood” fossero ingannevolmente presentati come soluzioni per prevenire o per curare particolari malattie, compreso il cancro.

 

Pensare che una ristretta cerchia di alimenti “super” possa migliorare in modo significativo il proprio benessere è sbagliato, e in alcuni casi può essere anche pericoloso. È noto che alcuni cibi possiedono particolari qualità, ma è il loro consumo nell’ambito di una dieta varia che li rende utili per la nostra salute. Al concetto di “superfood” bisognerebbe quindi sostituire l’idea di una “superdieta”: mangiare un po’ di tutto in quantità modiche, variando spesso gli alimenti, assumere verdure in quantità e frutta in diversi momenti della giornata, fare moderata attività fisica (40 minuti di passeggiata ogni giorno sono già sufficienti) e concedersi ogni tanto qualche strappo, senza troppe preoccupazioni.

 


Pubblicato il 08 gennaio 2018