La parola al nutrizionista

Frutta e verdura di stagione

L'offerta ortofrutticola oggi è molto varia: ci siamo abituati a mangiare ogni tipo di frutta e verdura durante tutto l'arco dell'anno. E' importante però ricordare che i prodotti coltivati e consumati nel periodo giusto sono più ricchi di vitamine e più gustosi.

Chi sa, al giorno d’oggi, qual è il periodo in cui crescono le zucchine, le bietole o le mele, dato che sono sempre disponibili sul mercato? Quello che è venuto meno è il rapporto tra prodotti agroalimentari e stagionalità. Soltanto pochi anni fa le cose non stavano così: basta parlare con chi faceva la spesa 30 anni fa per scoprire che frutti ed ortaggi si trovavano in vendita solo durante le epoche di raccolta che, a volte, erano anche molto brevi.

 

L’attuale continuità di offerta è stata resa possibile da diversi fattori:
- l’allungamento del cosiddetto calendario, grazie alla coltivazione in luoghi che proteggono le colture dagli agenti atmosferici e consentono di anticipare o ritardare sia il periodo di semina che quello di raccolta.
- le nuove tecniche di conservazione, tra le quali la più nota è la conservazione in celle frigorifere, dove la bassa temperatura rallenta la degenerazione e la marcescenza dei vegetali.
- la modernizzazione dei trasporti: oggi è possibile spostare le merci con mezzi veloci (anche aerei) e refrigeranti, che consentono di mantenere condizioni di “freschezza” anche durante il trasporto.

 

E’ importante ricordare che frutta e verdura coltivate e gustate nel periodo giusto sono più ricche di vitamine, oltre che più saporite. Occorre anche dire che i prodotti importati da oltremare hanno un bilancio ecologico estremamente negativo, in quanto il consumo di carburante e le relative emissioni sono enormi. Secondo le stime di Coldiretti, un menù “a Km 0”, composto da cibi coltivati localmente, genera la metà delle emissioni di anidride carbonica rispetto ad un menù “a lunga distanza”, preparato con prodotti di provenienza estera.

 

Il cittadino ecologicamente corretto deve quindi orientarsi sempre più verso l’acquisto di cibi di provenienza locale. Spostare l’attenzione sulle specialità della propria area geografica, sul produttore vicino a casa, rientra nel concetto di “filiera corta”, quella che mette in contatto produttore e consumatore, riduce trasporti ed imballaggi a tutto vantaggio dell’ambiente.

 


Pubblicato il 30 marzo 2017