La parola al nutrizionista

Ginseng: la radice del cielo

Il termine “ginseng” comprende 11 specie di piante perenni a crescita lenta con radici carnose, tutte appartenenti al genere Panax, della famiglia delle Araliaceae; il loro habitat originario sono le zone fredde dell'emisfero settentrionale in Asia orientale (principalmente Corea, Cina del Nord e Siberia orientale) ed in Nord America.

Il termine Panax  deriva dal greco pan (tutto)  e akèia (cura, rimedio), termine dal quale viene anche la parola  italiana “panacea”,  cioè rimedio a tutti i mali. Il termine ginseng, invece, viene dal cinese  “jen-shen” , ossia pianta dell'uomo. Sembra sia stato “scoperto” oltre 5000 anni fa sulle montagne della Manciuria che dividono la Cina dalla Corea del Nord.

Ne vennero osservati subito gli effetti benefici quali forza, ringiovanimento e vigoria sessuale e per questo venne reso oggetto di venerazione. Soprannominato “re di tutte le erbe” per la sua preziosità, il ginseng veniva considerato la radice del cielo e  per questo onorato attraverso specifici rituali  in tutta l’Asia orientale. Nelle leggende più antiche si affermava persino che il suo consumo aiutasse a conseguire l’immortalità.

Per circa 2000 anni le radici di ginseng hanno mantenuto un posto d’onore nella medicina cinese, come rimedio essenziale per conservare la salute e la forza vitale di ogni uomo: per questo erano riservate alla famiglia imperiale e ai più alti dignitari di corte. Per assicurarsene l’esclusiva gli imperatori cinesi arrivarono a creare una vera e propria milizia incaricata di cercare nelle foreste delle zone montagnose al confine tra la Cina e la Corea, queste piantine che valevano oro proteggendole dai predoni, i quali sfidavano la pena di morte per raccogliere le preziose radici il cui commercio poteva fare la fortuna economica di una famiglia.

La radice del ginseng, carnosa e fusiforme, di colore giallo paglierino, con un caratteristico sapore amarognolo simile alla liquirizia, è caratterizzata dall'avere varie forme: drago, bambino e uomo, e quest'ultima è considerata la più pregiata.

Le virtù del ginseng sono attribuibili a diversi principi attivi  presenti nelle sue radici, che le conferiscono proprietà toniche e adattogene, cioè in grado di  aiutare l'organismo ad adattarsi allo stress rafforzando il sistema immunitario, endocrino e nervoso e migliorando le capacità fisiche e mentali. Il ginseng è quindi consigliato nei momenti di affaticamento psichico e organico. Migliora la performance sportiva e può essere utile in momenti in cui sia necessario affrontare uno sforzo maggiore. Si può usare per stimolare la memoria e l'apprendimento, in caso di stress scolastico o lavorativo e quando ci si sente giù di tono. Al ginseng vengono attribuite anche proprietà ipoglicemizzanti, utili per ridurre la concentrazione ematica di glucosio, in caso di diabete mellito.

Il Ginseng è commerciato in diverse forme: è possibile trovarlo sotto forma di compresse, tavolette masticabili, tisane, granulato per soluzione orale; viene inoltre utilizzato per aromatizzare prodotti alimentari come caffè, cioccolato, tisane, tè nero e tè verde.

Va assunto di mattina, preferibilmente al risveglio, e non dovrebbe essere mai preso nelle ore serali per evitare fenomeni di insonnia. Anche l’assunzione contemporanea di altre sostanze eccitanti, come caffè e  the,  è sconsigliata.

Il consumo di ginseng è considerato abbastanza sicuro ma può tuttavia avere degli effetti collaterali negativi di tipo nervoso e digestivo, che possono essere anche gravi in caso di assunzioni prolungate: secchezza della bocca, irrequietezza, irritabilità, tremore, palpitazioni, offuscamento della vista, mal di testa, insonnia, aumento della temperatura corporea, aumento della pressione arteriosa, capogiri, nausea, vomito, diarrea. E' necessario prestare attenzione all'utilizzo di ginseng contemporaneamente ad alcuni farmaci quali chemioterapici, anticonvulsivanti, psicofarmaci, anticoagulanti e ipoglicemizzanti. Insomma: sarà anche il prodotto erboristico più utilizzato al mondo ma prima dell’assunzione è importante  consultare  comunque un medico e ricordarsi di evitare periodi troppo lunghi di trattamento.

 


Pubblicato il 26 marzo 2020