La parola al nutrizionista

La mora di rovo: buona e dimenticata

Un tempo raccogliere le more era uno dei piaceri di una vacanza in montagna, a costo di macchiarsi gli abiti senza rimedio; oggi purtroppo per gustare questo piccolo frutto dobbiamo rivolgerci al nostro fruttivendolo di fiducia.

Un tempo raccogliere le more era uno dei piaceri di una vacanza in montagna, a costo di macchiarsi gli abiti senza rimedio; oggi purtroppo per gustare questo piccolo frutto dobbiamo rivolgerci al nostro fruttivendolo di fiducia. Nonostante da molti sia considerato un frutto marginale e tendenzialmente sottovalutato, la mora è uno squisito prodotto del sottobosco ricco non solo di sapore e profumo, ma anche di sostanze utili per il benessere ed i cui usi terapeutici sono noti sin dall’antichità.

 

Il caratteristico colore nero della mora deriva dagli antociani, molecole con forti proprietà antiossidanti ed antinfiammatorie, preziose alleate per la salute del nostro organismo. La mora di rovo è inoltre un’eccellente fonte di vitamine e sali minerali. In particolare, la vitamina E è utile nella protezione dei globuli rossi, nella prevenzione dell’arteriosclerosi e dona tono e vigore all’organismo.

 

La mora svolge un’azione depurativa e battericida specialmente se consumata a digiuno, ed è un potente antitossico nei confronti degli inquinanti atmosferici. Rinfrescante e nutriente, ma povera di zuccheri, è adatta anche per chi segue una dieta ipocalorica. Oltre a questi importanti aspetti, le more hanno anche proprietà depurative, diuretiche, antireumatiche e dissetanti. I semi, che spesso sono considerati fastidiosi, hanno un importante ruolo nel facilitare il transito intestinale e fanno bene perché contengono buone quantità di acidi grassi Omega-3 (acido alfa-linolenico) ed Omega-6 (acido linolenico). Data la dimensione dei semi bisogna consumare una quantità di more certamente non indifferente per avere gli effetti benefici di riduzione del colesterolo “cattivo” (LDL) che questi acidi grassi garantiscono; ad ogni modo, nulla vieta di considerare le more un piccolo aiuto in tal senso.

 

In erboristeria vengono utilizzate anche le foglie, la corteccia e le radici, in virtù delle loro spiccate proprietà terapeutiche. Sin dai tempi antichi si consiglia di masticare le foglie di rovo qualora si soffra di gengiviti deboli e sanguinanti. Le foglie vengono anche utilizzate in impacchi ed in tisane che leniscono i dolori derivanti dalle ulcere gastriche o della pelle, come quelle derivate dai geloni alle mani ed ai piedi. Non va dimenticato anche il potere astringente della pianta, dovuto all’elevato contenuto di tannini, ottimo in caso di problemi gastroenterici.

 

Visto che questi frutti sono così buoni e salutari, la prossima volta che andate dal fruttivendolo ricordatevi di aggiungerle alla lista della spesa… in questa stagione sono, infatti, un ottimo ingrediente per una fresca macedonia di frutta.

 


Pubblicato il 05 settembre 2016